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Campionamenti

Prelievo campioni per analisi ambientali

Matrice terreno

Come descritto nel “Manuale per le indagini ambientali nei siti contaminati” APAT, il campione deve rappresentare la matrice da cui proviene in modo tale da poter offrire, mediante l'analisi chimica, un quadro esaustivo dello stato qualitativo di quest'ultima. Tuttavia, la natura prevalentemente non uniforme dei terreni rende difficile estendere le caratteristiche chimiche e fisiche di un singolo campione ad una porzione estesa della matrice di provenienza. Al contrario, ogni campione è rappresentativo esclusivamente di una porzione di terreno nell'intorno del punto di prelievo le cui dimensioni dipendono da molteplici fattori quali la dimensione dei granuli di terreno, la loro natura, le discontinuità stratigrafiche laterali e verticali, l'omogeneità e l'isotropia della matrice, la presenza di acqua (grado di saturazione), la natura e concentrazione di eventuali contaminanti, le discontinuità dovute a presenza di elementi estranei al terreno, sia naturali (resti vegetali, apparati radicali attivi) sia antropici (abbancamenti di materiali di riporto, interramenti di materiali di scarto o rifiuti, fondazioni, linee di servizio), ecc.

Da quanto detto appare chiaro che l'efficacia di un campionamento dipende strettamente dalla quantità di campioni prelevati: maggiore il numero dei campioni, maggiore la sua rappresentatività.

I campioni di terreno possono essere puntuali o compositi:

  • i campioni puntuali provengono da singoli prelievi, ogni aliquota di terreno, cioè, rappresenta un campione
  • i campioni compositi sono costituiti da due o più aliquote di terreno provenienti da punti diversi che vengono miscelate a formare un unico campione.

Affinché un campione, specialmente se composito, non presenti esso stesso una distribuzione non uniforme delle sue caratteristiche è necessario omogeneizzarlo. L'omogeneizzazione si realizza tramite rimescolamento, avendo cura di evitare che il campione entri in contatto con materiali contaminati. L'omogeneizzazione si rende indispensabile quando da un determinato quantitativo di terreno si devono ricavare più campioni (duplicati di controllo, campioni per analisi in contraddittorio, campioni di riserva).

Nel caso di campioni da prelevare in superficie si ricorre alla raccolta del terreno mediante spatola o paletta metallica. Il campionamento superficiale si attua soprattutto quando si cercano sostanze poco miscibili in acqua (ad esempio diossine e PCB) che, se rilasciate sulla superficie del suolo, hanno scarsa tendenza a penetrarvi come soluzione acquosa. Anche la presenza di suolo argilloso favorisce il permanere dei contaminanti sulla superficie.

Nel caso di campioni profondi provenienti da carota si dovrà prima rimuovere la parte esterna della carota stessa, che è quella che ha subito le maggiori alterazioni dovute al contatto con il carotiere, quindi prelevarne il nucleo avendo cura di eliminare tutto il materiale estraneo al terreno e la sua parte più grossolana. L'operazione va eseguita con spatola metallica.

Discorso a parte meritano i composti volatili. Già in fase di esecuzione del sondaggio, si deve prestare attenzione a non surriscaldare la carota di terreno per evitare che tali composti volatilizzino a causa dell’aumento di temperatura. In questo senso è preferibile adottare tecniche di perforazione tipo direct push piuttosto che il carotaggio a rotazione. Anche in fase di campionamento i COV richiedono particolari attenzioni. Il campione dovrà essere prelevato immediatamente dopo l’estrazione della carota e non dovrà subire procedimenti di omogeneizzazione o quartatura, pena la dispersione dei composti volatili. Lo stesso prelievo e conservazione richiedono particolare cura.

Per il prelievo dalla carota si utilizzano degli appositi campionatori somiglianti ad una siringa: sono infatti costituiti da un cilindro metallico con un’estremità aperta che viene inserita nella carota di terreno e l’altra estremità dotata di uno stantuffo per l’estrazione del campione direttamente nel contenitore di conservazione. Questo è di regola costituito da una piccola fiala (vial) dotata di tappo ermetico da sigillare con apposita pinza.

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